Flowers
2003-2004
UNA SENSAZIONE DI AVVOLGENTE SICUREZZA
Non è il tepore di un fuoco invernale, ma la fresca brezza. La raggiante solarità estiva, i suoi colori, le sue sfumature. Talvolta le tenui cromature primaverili. Compaiono, nella loro lussureggiante sovranità. I petali, porzioni di magie floreali. Ma è anche la cruda torsione di una figura femminile, immortalata nel perpetuarsi del suo moto. Barbara Antonelli non descrive, né racconta. Tanto meno raffigura. Entra dentro, si immerge. Come un piccolo esploratore a cui sia concesso intromettersi nei meandri più impensabili, così agisce.
Antonelli vede, ma osservando. Guarda, ma scrutando.
La bidimensionalità del quadro è come squarciata, le direttrici spaziali si allargano, diramandosi concettualmente.
Ai suoi fiori è stato concesso di assumere poteri umani, quasi di animarsi. Sì, perché non siamo di fronte a delicate concatenazioni di gemme floreali. Questi gigli, questi iris, i tulipani o le rose, hanno la capacità di impossessarsi della scena pittorica, di disporsi su tutta l’ampiezza del piano pittorico. Antonelli conosce bene il divenire della pittura, le sue regole, i segreti.
Che sia un piccolo fiore o un elegante corpo. Le sue figure perdono l’arida dimensione della rappresentazione, innalzandosi a visioni ulteriori. I corpi si dispongono di fronte al suo occhio con sciolta naturalezza, totale libertà. Il pennello segue le indicazioni del pensiero, in sicura dinamicità. La materia si aggrega o si separa, si schiude o si nasconde.
Non ha importanza. Quello che conta è la magia irradiata da queste tele.
Firenze 2004
Marta Casati,
SINFONIA IN VERDE: RITROVATA POESIA DELLA NATURA
Le opere dell’Antonelli, ci suggeriscono una dimensione diversa dello spazio e del tempo, che vive di vita propria.
Barbara Antonelli nei suoi ritratti alle foglie e ai fiori, ha saputo cogliere ed evocare una vita diversa da quella umana e animale, che nelle sue ultime opere di grande formato, lascia stupiti, per l’evidenza della sua bellezza e della sua diversità. I grandi fiori di magnolia, gli iris e le foglie di banano, si impongono nella morbida armonia delle forme, nella magia del colore.
La bella e accurata pittura dell’Antonelli è in queste opere più recenti pulsante di vita nuova, inattesa.
Appaiono le grandi foglie e i grandi fiori improvvisi messaggeri della natura, archetipi positivi e congeniali a noi stessi che pure ci stupiscono e risvegliano in noi la nostra condizione originaria, esseri viventi tra altri esseri viventi sul pianeta Terra.
Bologna,2003
Lia Briganti
QUANDO LA NATURA E’ VITA E LA VITA E’ NATURA
[…]La ricerca dell’artista è sempre ricerca dell’insolito, non imitazione del mondo reale, della cosiddetta realtà concreta, del modello. L’Antonelli trascende il principio fondamentale della pittura classica, che poneva un legame indissolubile tra verosimiglianza e rappresentazione, tra segno e cosa. Nelle sue opere “dipingere è affermare”. Per liberare la pittura dalla dittatura del verosimile o da una presupposta realtà oggettiva di cui l’opera è passiva imitazione. Il percorso narrativo della pittrice si libera in forte spettacolo di visualizzazione dove sprigiona dalle tele la possibilità di un dialogo intimo tra occhio e coscienza: percezione, azione visiva, esperienzialità, sfumati lirismi, forza e leggerezza dell’essere. Le sue sono immagini dirette, ma avvolgenti e particolarissime dove l’onirico si sviluppa in un passionale equilibrio di forme e colori.
Le forme sono espresse in sequenze dominate dal ritmo, e intimamente connesse alla dinamica realtà delle immagini rappresentate, realizzate in dettaglio, anche nei quadri più grandi e monumentali. Proprio in questo percorso: piante, foglie, fiori esprimono una forte esistenza fisica e materiale, accentuata da un’affascinante sensibilità, con colori sempre in gioco di cangianti trasformazioni. Colori che esprimono la stessa mutevolezza della natura con le sue ragioni, le sue luci, le sue ombre che planano sui rossi per svilupparsi dal rosso cadmio scuro al rosso angelico fino a brillare al rosso rubino. Il verde si rincorre tra verde smeraldo , verde veronese e verde cinabro chiaro; il lilla si trasforma nel blu di Parigi fino a diventare violetto di Parma. I temi dell’artista sono coinvolgenti perché privi d’ideologia, ma arrivano a noi nel modo più naturale e spontaneo come osservazione della vita che anima il “mondo verde”, come nuova osservazione del loro stupendo gioco di forme danzanti in contrappunti di colore. La sensualità dei suoi nudi è enigmatica ma scintillante di seduzione nell’erotico abbandono dei corpi, con ritmica profondità di riflessi, in luminosa traccia di vibrazione di luce.
L’artista come interprete consapevole del rinnovarsi degli accadimenti del mondo, coscienza dell’insolito, di un modo diverso di vedere le cose, come quella “natura” che l’Antonelli sa interpretare e trasfigurare con osservazione e amore.
Firenze, Febbraio 2008
Umberto Putzu,
Close up. Una magnolia dai petali ampi e turgidi si staglia contro l’azzurro del cielo: con un accentuato primo piano Barbara esalta l’energia vitale del fiore più antico del mondo, attraverso una pittura corposa, che mira a rendere realmente apprezzabili le caratteristiche fisiche, prima fra tutte il suo intenso profumo.
Bari, Settembre 2009
Lia De Venere
Carissima, spero ti piaccia quello che ho scritto,.. giusto due righe. “La Pittura di Barbara, sfogliando le immagini della loro consuetudine ci regala un Romanzo tutto da leggere. La sua immagine sorniona come i suoi gatti, i suoi ritratti, i petali dei suoi fiori, le foglie bastano a combinare sensazioni a volte contrastanti: realtà o fantasia? La sua pittura è una sorta di metamorfosi proustiana delle forme rappresentate, simile a quella che in poesia si definisce metafora. Barbara spogliando le immagini della loro consuetudine ci regala nozioni di intelligenza estranea alle nostre impressioni abituali, ci stimola a ritrovare il momento puro e creativo, come quando, appena svegli, guardiamo dalla finestra, prima che l’intelletto sia giunto a discriminare le sensazioni secondo le categorie dell’esperienza”
Mola di Bari, Maggio 2010
Annella Andriani